Appello

28.01.2013 13:34

 

 

 

Agli operai e ai contadini,

Ai soldati, ai marinai, agli avieri, ai militi,

Agli artigiani, ai piccoli industriali e ai piccoli esercenti,

Agli impiegati e ai tecnici,

Agli intellettuali,

Ai giovani,

Alle donne,

A tutto il popolo italiano!

Italiani!

Solo la unione fraterna del popolo italiano, raggiunta attraverso alla riconciliazione tra fascisti e non fascisti, potrà abbattere la potenza dei pescecani nel nostro paese e potrà strappare le promesse che per molti anni sono state fatte alle masse popolari e che non sono state mantenute.

L’Italia può dar da mangiare a tutti i suoi figli.

Italiani!

Il nostro paese può dar da mangiare a tutti i suoi figli e non ha da temere, come una disgrazia, l’aumento della popolazione.

Guardate, figli d’Italia, fratelli nostri, guardate i gioielli dell’industria torinese, le mille ciminiere di Milano e della Lombardia, i cantieri della Liguria e della Campania, le mille e mille fabbriche sparse nella Penisola, dalie quali escono macchine perfette e prodotti magnifici che nulla hanno da invidiare a quelli fabbricati in altri paesi.

Tutta questa ricchezza l’avete creata voi, operai italiani: l’ ha creata il vostro lavoro intelligente e tenace, accoppiato al genio dei nostri ingegneri e dei nostri tecnici. Guardate, figli d’Italia, le nostre campagne dove si è accumulato il lavoro secolare di generazioni di contadini. Sì, il nostro è il paese del sole, dell’azzurro cielo e dei fiori; ma la nostra Italia è bella soprattutto perché i nostri contadini l’ hanno abbellita con il loro lavoro.

Queste opere le avete create voi, con il vostro lavoro, operai italiani, voi che avete fatto dare al nostro popolo il nome di “popolo di costruttori”.

Noi abbiamo ragione di inorgoglirci. Questa Italia bella, queste ricchezze sono il frutto del lavoro dei nostri operai, dei nostri braccianti, dei nostri ingegneri, dei nostri tecnici, dei nostri artisti, del genio della nostra gente.

Ma questa ricchezza non appartiene a chi l’ ha creata.

Essa è nelle mani di poche centinaia di famiglie, di grossi finanzieri e di capitalisti, di grandi proprietari fondiari (banche e politici ndr.), che sono i padroni effettivi di tutta la ricchezza del paese, che dominano l’economia del paese.

Questo pugno di dominatori del paese sono i responsabili della miseria del popolo, delle crisi, della disoccupazione. Essi non si preoccupano dei bisogni del popolo, ma dei loro profitti.

A questa gente non importa che milioni di operai e di braccianti siano senza lavoro, che migliaia e migliaia di giovani vivano nell’ozio forzato, che la gioventù uscita dalle scuole non trovi una occupazione, mentre utilizzando tutta questa grande forza, oggi inoperosa, si potrebbero moltiplicare le ricchezze del paese

 

Estratti da appello di Palmiro Togliatti e altri 60 esponenti del PCI, agosto 1936

 

OGGI PD PARTITO DELLE BANCHE

 

P.S.

Ringrazio P.R. per le sue ricerche.

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